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Oggetti di compagnia

Sep 2023
M Magazine
Oggetti di compagnia

I designer modellano il mondo intorno a noi creando oggetti che, oltre a svolgere una funzione, arricchiscono la nostra vita quotidiana di comfort e lusso, arrivando persino a farci compagnia. Ma di quali oggetti si circondano nelle loro stesse case e cosa riempie di gioia le loro vite lontano dal mondo del lavoro? Per rispondere a questa domanda, abbiamo incontrato i designer di Molteni&C: Neri&Hu, Vincent Van Duysen, Yabu Pushelberg e Michael Anastassiades

In occasione del London Design Festival di quest’anno, il Brompton Design District ha scelto un interessante tema generale: “Convivialità: l’arte di vivere insieme”. Un argomento che Molteni&C conosce molto bene. Nel corso del XX e XXI secolo, l’azienda ha collaborato con nomi di spicco nel panorama del design e dell’architettura, creando mobili e spazi senza tempo fortemente incentrati sul comfort e sul benessere delle persone.

La convivialità, tuttavia, va ben oltre la mera funzionalità. Alcuni oggetti ci parlano in un modo che oltrepassa i confini della loro semplice funzione e ci affascinano per motivi che possono essere difficili da spiegare.

È impossibile prevedere quale oggetto sarà in grado di attirare l’attenzione di una persona. Alcuni di noi sono attratti da un uso intrigante del materiale, altri si lasciano affascinare dalla storia che un oggetto porta con sé, altri ancora apprezzano tutto quello che ha un valore sentimentale.

Cogliendo questo spirito di convivialità, Molteni&C ha deciso di celebrare il London Design Festival 2023 chiedendo ad alcuni dei suoi designer quali sono gli oggetti da cui non potrebbero mai separarsi.

UNA COPPIA DI POLTRONE DI ELIZABETH EYRE DE LANUX, 1929 CIRCA
SELEZIONATE DA VINCENT VAN DUYSEN

Come descriveresti l’oggetto di compagnia di tua scelta?


Si tratta di una coppia di poltrone risalenti al 1929 circa, firmate dalla designer americana Eyre de Lanux. La radicalità del design, delle proporzioni e della loro purezza le ha rese estremamente innovative per l’epoca. Sono realizzate in mogano e paglia intrecciata.

A pair of armchairs by Elizabeth Eyre de Lanux selected by Vincent Van Duysen | Photograph courtesy of Kevin Faingnaert A pair of armchairs by Elizabeth Eyre de Lanux selected by Vincent Van Duysen | Photograph courtesy of Kevin Faingnaert
A pair of armchairs by Elizabeth Eyre de Lanux selected by Vincent Van Duysen | Photograph courtesy of Kevin Faingnaert A pair of armchairs by Elizabeth Eyre de Lanux selected by Vincent Van Duysen | Photograph courtesy of Kevin Faingnaert

Come e quando ne sei venuto in possesso?


Le ho acquistate a un’asta di Sotheby, nel luglio 2022.

Perché questo oggetto è così prezioso per te? È legato a un ricordo speciale o svolge una funzione utile nella vita di tutti i giorni?


Per me queste poltrone sono preziose perché le ho desiderate per tanto tempo, ma anche perché sono davvero uniche e rare. Ricordo ancora quando mi sono imbattuto per la prima volta nel lavoro di questa designer: mi sono innamorato all’istante del suo stile. Lei è stata una grande ispirazione per me, insieme a Pierre Jeanneret e José Zanine Caldas, i padri dell’International Style. Possederle ora mi dà grande gioia. Posso godermele nel mio salotto, insieme ai miei libri, alle mie opere d’arte e ad altri accessori: sono infatti le vere protagoniste della casa.

A pair of armchairs by Elizabeth Eyre de Lanux selected by Vincent Van Duysen | Photograph courtesy of Kevin Faingnaert
A pair of armchairs by Elizabeth Eyre de Lanux selected by Vincent Van Duysen | Photograph courtesy of Kevin Faingnaert

Cosa ti piace della loro materialità o composizione?


Mi piace la finitura lucida del mogano e il contrasto tra il design puro della struttura con lo schienale avvolgente e la seduta in paglia intrecciata. Il loro design rispecchia nel complesso il mio DNA stilistico, un linguaggio estremamente essenziale.

VASO NUM. 2 DI SHIRO KURAMATA, ANNI ‘80 CIRCA
SELEZIONATO DA GEORGE YABU E GLENN PUSHELBERG DI
YABU PUSHELBERG

Come descrivereste l’oggetto di compagnia di vostra scelta?


Per noi, questo vaso è sinonimo di gioia pura. È un oggetto enigmatico, che si trasforma a seconda di dove viene posizionato nell’ambiente e può contenere fiori o stare in bella mostra da solo. Vive nella nostra casa a Toronto, circondato da altri oggetti che abbiamo trovato in giro per il mondo.

Vase | George Yabu and Glenn Pushelberg of Yabu Pushelberg Vase | George Yabu and Glenn Pushelberg of Yabu Pushelberg

Come e quando ne siete venuti in possesso?


Lo abbiamo trovato una decina di anni fa a Caviar 20, una galleria di Toronto. Un amico lo ha notato e ha detto: “Sembra fatto apposta per voi”. Il nostro amico sapeva quanto entrambi ammiriamo Shiro Kuramata e il modo in cui avremmo percepito questo vaso da fiori al di fuori del suo uso specifico, interpretandolo come una scultura.

Perché questo oggetto è così prezioso per voi? È legato a un ricordo speciale o svolge una funzione utile nella vita di tutti i giorni?


Questo vaso da fiori è raro, anticonvenzionale e sprigiona bellezza. Adoriamo il lavoro di Shiro Kuramata. Durante il nostro ultimo viaggio a Los Angeles, abbiamo trovato un libro meraviglioso con i suoi schizzi e le sue illustrazioni. Abbiamo voluto portarlo nel nostro studio per condividere la sua bellezza e il suo pensiero con chiunque venga a farci visita. Le persone forse associano le sue opere a mobili e oggetti di arredamento, ma in realtà sono vere e proprie sculture. Si tratta di oggetti che emanano una poesia in grado di rendere lo scopo funzionale del tutto secondario.

Vase | George Yabu and Glenn Pushelberg of Yabu Pushelberg Vase | George Yabu and Glenn Pushelberg of Yabu Pushelberg

Cosa vi piace della sua materialità o composizione?


Apprezziamo l’abilità nella tecnica della doppia modellazione. La resina fucsia sospesa al centro, che sembra fluttuare in un quadrato trasparente. Inoltre, l’idea di inserire all’interno una provetta rimovibile per i fiori aggiunge un’ulteriore dimensione.

‘EUROPA AND THE SACRED BULL’, SCULTURA IN CERAMICA DI SIMONE FATTAL, 2021
SELEZIONATA DA MICHAEL ANASTASSIADES

'Europa and the Sacred Bull’, a ceramic sculpture by Simone Fattal | Michael Anastassiades 'Europa and the Sacred Bull’, a ceramic sculpture by Simone Fattal | Michael Anastassiades


Come descriveresti l’oggetto di compagnia di tua scelta?


Le figure hanno contorni grezzi ritagliati nell’argilla, con uno spessore quasi uniforme. Europa è stata modellata in una posa tridimensionale, mentre si avvolge attorno al dorso del toro, che rimane immobile. Il corpo squadrato di Europa poggia saldamente su quattro colonne, mentre il collo si allunga in verticale e le braccia si incrociano tutto attorno. Il toro è ricoperto di uno smalto azzurro, mentre Europa è di un colore rosa slavato.

Come e quando ne sei venuto in possesso?


Ho acquistato questa opera dopo averla vista in un’esposizione dell’artista presso la Fondazione ICA Milano nel settembre 2021. In quel periodo esponevo presso la stessa istituzione. La mia mostra metteva in scena una nuova opera composta da una serie di luci realizzate in bambù e intitolata Cheerfully Optimistic About the Future.

Europa and the Sacred Bull’, a ceramic sculpture by Simone Fattal | Michael Anastassiades Europa and the Sacred Bull’, a ceramic sculpture by Simone Fattal | Michael Anastassiades
Europa and the Sacred Bull’, a ceramic sculpture by Simone Fattal | Michael Anastassiades Europa and the Sacred Bull’, a ceramic sculpture by Simone Fattal | Michael Anastassiades

Perché questo oggetto è così prezioso per te? È legato a un ricordo speciale o svolge una funzione utile nella vita di tutti i giorni?


Ammiro da anni il lavoro di Simone Fattal. La prima volta che ho visto le sue opere dal vivo è stato alla sua mostra retrospettiva nello spazio MOMA PS1 di Brooklyn, a New York, nel maggio 2017. Quando la sua scultura è arrivata a casa mia a Londra, sapevo esattamente dove l’avrei esposta: sul davanzale della mia biblioteca all’ultimo piano, di fronte ai binari della stazione di Waterloo. Oltre i binari si vede il vecchio terminal dell’Eurostar, prima che si trasferisse a Kings Cross, St Pancras e dietro il London Eye, che è diventato un importante punto di riferimento turistico per la città.


Cosa vi piace della sua materialità o composizione?


La scultura appare come un’espressione spontanea del rapporto dell’artista con la materia. Si capisce subito come il continente abbia preso il nome da Europa. La scena del suo rapimento sulla mia finestra rappresenta alla perfezione ciò che è successo a Londra dopo la Brexit.

UNA COLLEZIONE DI CANDELABRI RINVENUTA NELLE FILIPPINE
SELEZIONATA DA LYNDON NERI E ROSSANA HU DI NERI&HU


Come descrivereste l’oggetto di compagnia di vostra scelta?


Si tratta di una collezione di antichi candelabri, provenienti con tutta probabilità dalle chiese cattoliche dell’area di Cebu. Il preponderante stile “spagnolo” che li caratterizza è dovuto al fatto che questa parte delle Filippine ha subito l’occupazione della Spagna per oltre 300 anni. Sono tutti diversi per forma e per altezza, e sono meravigliosi sia separati che insieme.

Candle holders | Neri&Hu Candle holders | Neri&Hu
Candle holders | Neri&Hu Candle holders | Neri&Hu

Come e quando ne siete venuti in possesso?


Un’estate ci trovavamo nella città natale di Lyndon nelle Filippine e li abbiamo visti in una vecchia casa trasformata in una galleria di mobili. Abbiamo chiesto dove fossero stati rinvenuti e li abbiamo subito spediti a casa nostra, a Shangai.


Perché questi oggetti sono così preziosi per voi? Sono legati a un ricordo speciale o svolgono una funzione utile nella vita di tutti i giorni?


A Lyndon ricordano la città in cui è nato e ha trascorso la sua infanzia, ed essendo distribuiti in varie stanze per scopi diversi è un’eredità di cui godiamo tutti. Li mettiamo a tavola per le cene, li usiamo per decorare gli angoli del soggiorno e li accendiamo nelle occasioni speciali. Questa collezione è parte integrante dello spazio e “vive” insieme a noi, nella nostra casa.

Cosa vi piace della sua materialità o composizione?


Il legno è antico è ha una straordinaria patina superficiale che lascia trasparire l’età degli oggetti. La composizione è rappresentativa dell’artigianato di qualità delle Filippine di quel periodo: i candelabri sono fatti a mano e hanno una natura irregolare, geometrica e organica al tempo stesso.

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